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La vita prima e dopo l’arrivo di un bambino

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mamma e figlia

Figlia di quasi quattro anni. Un bel giorno ti fermi e tiri un po’ di somme.

Il risveglio di anni luce or sono era silenzioso, inframezzato solo dal piripì della sveglia. Mi stropicciavo gli occhi, mi stiravo come un gatto e scendevo dal letto. Avevo pure il coraggio di lamentarmi perché avrei voluto dormire di più…  Beata l’ignoranza! Ora dormo in corsa. Non so, la mia sensazione è quella di dover cercare di raggranellare più riposo possibile, e vengo svegliata di soprassalto, alle 6 del mattino, da un urlo disumano: “Papààààààààààààà!!!” Il papà logicamente non c’è, è al lavoro, ma vallo a spiegare alla cara cucciolotta di lupo della steppa che ulula. Lei vuole solo lui e pagherei oro per avere il risveglio di cui mi lamentavo prima.

Un tempo nel silenzio della mia cucina mettevo su l’acqua per il tè e mentre aspettavo che giungesse ad ebollizione mi dedicavo alle mie funzioni vitali in bagno. Ora c’è chi vuole assolutamente entrarci prima di me e ci bivacca chiacchierando coi suoi peluches mentre io rischio di esplodere. Poi finalmente riesco ad avere il mio turno sul trono, ma… con la spettatrice d’obbligo al posto d’onore sul bidè che vuole pettinarmi, mi fa cullare la bambola, vuole guardare come svolgo i miei bisogni per imparare (parole testuali). Insomma, la privacy,ormai per me è solo quella postilla che si trova in fondo ai contratti da firmare.

Prima finita la colazione mi lavavo e mi truccavo con la minuzia degna di un frate certosino. Ora devo lavarmi fra interruzioni per rimettere l’elastico alla bambola, guardare un improbabile travestimento da ballerina di una bimba che salta come un ragno, mettere il ghiaccio su un bernoccolo mentre sono nuda come un verme o con il dentifricio che cola giù dalle labbra, tanto che se qualcuno mi vedesse penserebbe che sono stata infettata dalla rabbia. E il trucco? Molto, molto ridimensionato. Per tutti i giorni: eye liner, mascara e lucidalabbra.

Prima ero Viviana, ora sono la mamma di “…”, oppure vengo chiamata col suo nome, oppure non vengo neanche ricordata e si passa direttamente a lei.

Prima leggevo i grandi classici della letteratura, ora leggo Peppa pig o la Pimpa le cui frasi vengono modificate inserendo la parola “cacca” nei punti chiave o al posto dei nomi propri.

Prima mi sedevo spesso su una cosa morbida che ora neanche ricordo più di avere in casa. Dice mio marito che era il divano, ma non sono sicura di ricordare cosa sia, perché ora mi siedo sui tappetini gommosi per giocare a barbie o a colorare libri con figure da riempire, o fare puzzle.

Prima in televisione guardavo telegiornali, film,zelig e documentari. Ora la mia televisione in sala è sintonizzata sempre su rai yoyo, anche se la bimba guarda la tv solo un’ora e un quarto al giorno vuole trovarla sul suo canale. In cucina ammetto di concedermi ancora il telegiornale.

Prima in macchina si ascoltava musica del momento, ora si ascolta “la bella lavanderina”, “il ballo del qua qua”, persino “le cicale” di Heather Parisi e “la macchina del capo”.

Prima i miei momenti mondani erano tanti: discoteca, serate al pub, compleanni, feste di laurea, manifestazioni varie in città, meeting aziendali. Tutte cose che iniziavano prevalentemente verso le 22, vi arrivavo preparatissima, truccatissima, vestita in maniera impeccabile. Ora i miei momenti mondani sono pochi, per lo più concentrati durante il giorno e fra questi includo recite all’asilo, incontri per fare i lavoretti di Natale, merenda con la mamma della compagna d’asilo, compleanni con gonfiabili nella palestra del paese… vi arrivo di
corsa, trafelata, col vestito macchiato di biscotto con gocce di cioccolato dato alla bambina che si dispera perché lei non può aspettare la festa per mangiare, e dimentico sempre qualcosa come: regalo per il/la festeggiato/a, orecchini, rossetto, mutande alla bimba che mi urla di mettergliele mentre apro la porta di casa per uscire (madre snaturata!).

Prima mi facevo lunghe docce con la radio accesa, uscivo, mi mettevo la maschera sul viso, mi facevo pedicure e manicure. Ora la doccia dura pochi minuti, mentre le mani della bimba si intrufolano per rubare acqua saponata con cui lavare bambole, peluches, vestiti, sanitari… più dura la doccia e più roba insaponata trovo, quindi meglio far presto. Quando esco mi asciugo in fretta e mi spalmo la crema idratante, almeno quella… ma ho l’aiutante che mi unge come se fossi un fritto di pesce appena uscito dalla padella.

Prima passavo serate col marito a chiacchierare, giocare, guardare la tv, farci coccole, ora passo le serate senza marito che è proprietà della bambina fino all’ora in cui lei si addormenta.

Però prima non avevo una piccola persona che vedendo due innamorati nella pubblicità che si abbracciano e baciano mi dice: “Mamma, facciamo come loro, diamoci tanti bacini.”

Prima non avevo un cuore capace di contenere tanto amore e tanti pensieri per un solo essere umano.

Prima non avevo scoperto di avere ancora in me una bimba a cui in fondo piace stare sui tappetini gommosi a giocare a barbie.

Ora ho scoperto cosa vuol dire pensare ad un’altra persona prima e più che a se stessi.

Ora vedo giornate piene ma con emozioni.

Ora vedo un futuro che ho voglia di scoprire come sarà.

Ora guardo mia figlia e penso che l’ho creata io con mio marito e che solo grazie a questa combinazione lei esiste, con un altro non ci sarebbe stata, non sarebbe lei.

Ora se abbraccio mio marito non posso farlo senza che insieme prendiamo lei in braccio ed abbracciamo anche lei. Ma ho scoperto che l’abbraccio a tre è la cosa più bella del mondo e che anche se l’abbraccio a due resta meraviglioso, l’abbraccio a tre è la famiglia.

La famiglia siamo noi, prima non lo eravamo in modo così completo.

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